15/11/2019 19:00

Esattamente 90 anni fa, il 16 novembre 1929, veniva costituita a Modena la Società Anonima "Scuderia Ferrari", che aveva come scopo "la compera di automobili da corsa di marca Alfa Romeo e partecipazione colle stesse alle corse incluse nel Calendario nazionale sportivo e nel calendario dell'Associazione nazionale Automobil Clubs. Capitale sociale 200 mila lire, consigliere delegato e direttore, il cavalier Enzo Ferrari, detentore di 50 delle 200 azioni. L'inizio di una straordinaria avventura.
 
Lo scopo è quello di partecipare alle corse con piloti esperti e vetture Alfa Romeo, promuovendo in tal modo, le competizioni, un servizio di consulenti esperti per l'esterno, ma anche il settore vendite. A questa attività si aggiungevano le corse motociclistiche con le marche Rudge e Norton (1932-1934), nonché vendita e assistenza di vetture Ford e trattori Fordson. Il debutto in gara – conclusosi con una serie di ritiri – sarà alla Mille Miglia del 1930, gara dominata dalla squadra ufficiale del Biscione.

 

La svolta, per la Scuderia Ferrari, avviene nel 1933: l'Alfa Romeo è passata sotto il controllo statale attraverso l'IRI, in seguito ad una profonda crisi economica che ha coinvolto tutto il panorama automobilistico. Direttore Generale è diventato Ugo Gobbato e al Portello si sta avviando una profonda riorganizzazione industriale che porterà alla fabbricazione di motori avio, mezzi pesanti e alla successiva militarizzazione dell'azienda nel 1935.

 

In questo contesto le corse sono "motivo di distrazione" dell'ufficio tecnico e del personale e Alfa Romeo decide di delegare alla Scuderia Ferrari la gestione delle competizioni: Ferrari viene nominato consulente per l'attività sportiva e commerciale. A Modena la scuderia gode di notevole autonomia e a quella che inizialmente doveva essere solo assistenza, si aggiungono presto attività di sviluppo e sperimentazione delle vetture, anche in vista della nuova formula 1934.

 

E' datata 1934 una bozza di accordo fra Alfa Romeo e Scuderia Ferrari: la Casa si impegna a costruire un certo numero di vetture da corsa e la Scuderia a partecipare a tutte le corse che verranno stabilite. L'accordo viene rinnovato anche per il 1936, con un ulteriore aumento di autonomia per quella che ormai è da considerarsi un vero reparto corse dell'Alfa Romeo.

 

Nonostante il regime fascista prema per l'intensificazione dell'attività sportiva, riconosciuta come forma di propaganda, il governo non supporta finanziariamente Alfa Romeo e la progettazione di vetture da competizione ne risente, con ovvie conseguenze sui risultati in gara. Il confronto con le marche tedesche, appoggiate dal governo nazista, relega il Biscione a un ruolo di secondo piano nei Gran Premi.

 

Nel 1937 l'accordo con la Scuderia Ferrari viene quindi modificato, stringendo il legame fra la struttura e la casa madre, che ora devono gestire l'attività sportiva in compartecipazione. Ferrari – pur mantenendo una notevole autonomia decisionale – deve riferire e dipendere direttamente dalla Direzione Generale. Ma anche in questo caso i risultati tardano a giungere.

 

L'autonomia della Scuderia Ferrari rappresenta ormai un problema per la Direzione Alfa Romeo: non vi è un controllo diretto dell'attività sportiva e la distanza fra Milano e Modena rende inefficiente tanto la gestione delle corse quanto lo sviluppo delle vetture. In una seduta del Consiglio d'Amministrazione del 30 Dicembre 1937, Ugo Gobbato annuncia quindi l'acquisto dell'80% delle azioni della Scuderia.

 

La società viene sciolta e le attrezzature - con gli uomini – vengono trasferite in una nuova costruzione, al Portello, con il nome Alfa Corse. Ferrari ottiene la consulenza direttiva della Sezione, alle dirette dipendenze della Direzione Generale.

 

La perdita dell'autonomia decisionale, i pessimi rapporti con Wifredo Ricart, geniale ingegnere spagnolo da poco giunto a capo della progettazione, spingono Ferrari ad abbandonare Alfa Romeo nel 1939. Poco dopo anche Alfa Corse sarebbe stata smembrata e l'attività sportiva ceduta al reparto Sperimentale.

 

Con i proventi della liquidazione della Scuderia, Enzo Ferrari torna a Modena e fonda una nuova società: la Auto Avio Costruzioni. Un accordo con l'Alfa Romeo proibisce infatti al modenese di rifondare la Scuderia per almeno quattro anni: la "nuova" Ferrari nascerà solo nel 1947.

Tags: Alfa

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