04/07/2017 11:00

1923 – Targa Florio – Ugo Sivocci – RL TF

Le Madonie, un tracciato infuocato per una corsa leggendaria e terribile. Le automobili dimostrano la loro forza, i piloti il loro coraggio. La RL nasce come elegante granturismo ma la sua versione "Corsa", guidata da Ugo Sivocci, domina la gara, ottenendo la prima vittoria internazionale. La vettura,  verrà battezzata "RL Targa Florio" ed il Quadrifoglio, dipinto sul cofano come portafortuna, diventa un vero Marchio. Il simbolo dell'anima sportiva di Alfa Romeo.

1924 – GP d'Europa – Giuseppe Campari – GP Tipo P2

Lione. Una strada bianca fra le colline francesi: sassi, polvere ed aguzzi steccati in legno ai lati della pista. 400mila persone assiepate a guardare una corsa "che vale un Campionato del Mondo". L'Alfa Romeo è la debuttante, ma fa paura: vettura, piloti, organizzazione e passione. Tutto è al massimo. Giuseppe Campari regala la prima vittoria alla P2, capolavoro di Vittorio Jano: robusta, velocissima ed imbattibile.

1930 – Mille Miglia – Tazio Nuvolari – 6C 1750 GS

La "corsa più bella del mondo". 1600 Km di curve, pioggia, polvere e velocità, attraversando mezza Italia senza soste e senza tregua. Tazio Nuvolari, il "mantovano volante" in una delle imprese che lo hanno consegnato alla leggenda, ed un'automobile, la 6C 1750, che segnerà un'epoca. Oltre gli avversari, primo fra tutti l'eterno rivale Varzi ed oltre ogni record: crolla il muro dei 100 Km/h di media. Una vittoria immortale.

1932 – 24 Ore di Le Mans – Raymond Sommer-Luigi Chinetti – 8C 2300 Le Mans

Il rettilineo più lungo di sempre, le condizioni meteo imprevedibili, una cornice di pubblico, di aspettative, di leggenda che non ha rivali fra le gare di durata. E non solo. L'invasione dell'Alfa Romeo è stata pianificata, progettata e messa in atto: per la 8C 2300, imbattibile in strada come in pista, saranno quattro vittorie consecutive. I nomi sono i più grandi, da Nuvolari a Sommer, da Chinetti a Birkin.

1935 – GP di Germania – Tazio Nuvolari – GP Tipo B

La Tipo B è ormai a fine carriera, gli avversari sempre più agguerriti e le infinite curve dell'"Inferno verde" sembrano aver già eletto un vincitore. Ma Tazio Nuvolari, in una gara folle ed entusiasmante, infrange ogni previsione, ammutolendo il pubblico e lasciando esterrefatti gli organizzatori, già convinti dell'ennesimo trionfo tedesco. Manca addirittura il disco dell'inno nazionale italiano, ma si scrive una pagina di storia.

1950 – GP di Silverstone – Nino Farina – GP Tipo 158 "Alfetta"

È un mondo nuovo: le "Alfette" che avevano stupito al loro debutto prima della guerra sono sopravvissute, sono cresciute, hanno vinto ancora e sono migliorate. Nel 1950 una nuova sfida: nasce il Campionato del Mondo di Formula 1. La prima gara è a Silverstone, con il tracciato dell'ex aeroporto della RAF ancora delimitato con le balle di paglia. La squadra delle "tre effe", Farina, Fangio e Fagioli, non teme rivali. È il primo passo di una schiacciante superiorità.

1971 – Targa Florio – Nino Vaccarella-Toine Hezemans – Tipo 33/3

L'asfalto ha preso il posto delle pietre, ma la sfida è sempre accesa: il valore delle vetture, il coraggio dei piloti sono messi a dura prova da un tracciato infernale che si snoda fra la montagna ed il mare, sfiorando le case e schivando gli asini, che ancora invadono il percorso. Il tutto con vetture da trecento all'ora. Mezzo secolo dopo il trionfo di Sivocci, il tifo sulle Madonie è tutto per Nino Vaccarella, il "Preside volante".

1974 – 1000 Km Monza – Arturo Merzario-Mario Andretti – Tipo 33 TT12

Tre Alfa Romeo sole al comando. La 33, nata nel 1967, ha alle spalle una carriera ricca di successi, di delusioni e di grandi imprese. Ma è proprio sul tracciato di casa che inizia la cavalcata che la vedrà sul tetto del mondo nel 1975. Un tripletta davanti al proprio pubblico: Andretti-Merzario volano quattro giri davanti a tutti, poi i compagni Ickx-Stommelen e Facetti-De Adamich. Gli altri possono solo inseguire.

1993 – Nurburgring – Nicola Larini – 155 V6 TI

La 155 ha già dimostrato di essere la vettura da battere nel famigerato DTM. Ma per entrare nel mito ci sono ancora 98 curve, tante sono quelle a scandire i 25.3 km dell'"inferno verde". Si dice non basti una carriera per memorizzarle tutte ma per Larini ci saranno solo pochi giri di prova. L'indomani, una vittoria schiacciante stabilirà nuovi record, entusiasmerà il pubblico, ammutolirà gli avversari: è il passo decisivo verso il titolo.


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