All’entrata principale dell’Expo di Montreal nel 1967, viene allestito un avveniristico spazio intitolato “L’Uomo Produttore”, allo scopo di mostrare i risultati dell’ingegno umano dell’ultimo secolo. Non può mancare l’automobile: un prototipo che rappresenti - secondo gli organizzatori - “La massima aspirazione dell’uomo d’oggi, in fatto di automobili”. Non quindi un dream car puro, ma una vettura che avrebbe potuto anche essere adattata per l’uso stradale. La scelta cade sull’Alfa Romeo, con un “incarico” che giunge al Portello solo nove mesi prima dell’inaugurazione. Non vi è tempo per una nuova meccanica e alla Carrozzeria Bertone viene affidato un telaio Giulia Sprint GT con propulsore Giulia 1600 TI su cui Marcello Gandini disegna un coupé elegante, basso e filante. I due prototipi costruiti vengono trasportati a Montreal e posti fra due specchi (al di sopra era appesa una motocicletta Norton), che riflettono la loro immagine all’infinito. Il successo di critica e pubblico è unanime, tanto che la dirigenza Alfa inizierà ben presto a pensare alla sua industrializzazione. 
     
   
Motore anteriore, longitudinale verticale, 4 cilindri in linea, monoblocco e testa in lega leggera, 2 alberi a camme in testa con comando a catena
Cilindrata cc 1570 (mm 78x82)
Potenza massima 90 CV a 6000 giri/min
Vetture prodotte 2

      
   
Bertone
Fra i primi ad intuire le potenzialità della carrozzeria automobilistica, Giovanni Bertone deciderà nel 1934 di cedere le redini dell’azienda, fondata nel 1912, al secondogenito Nuccio, che ne farà uno dei più grandi nomi della scuola italiana. Grande scopritore di talenti, Nuccio vedrà le sue automobili firmate tra gli altri da Franco Scaglione, Marcello Gandini, Giorgetto Giugiaro, ed uscire dal suo stabilimento la Giulietta Sprint, la Giulia Sprint GT, la Carabo. Solo per citarne alcune. La Bertone diverrà negli anni una solida realtà produttiva, ma non sarà in grado di contrastare i grandi cambiamenti che stravolgono il mondo    dell’automobile alla fine del millennio. Scomparso nel 1997, Nuccio non vedrà la sua azienda avviarsi lentamente verso la fine.