La storia sportiva

Foto storica di un monoposto Alfa Romeo degli anni 10 in pista

Foto storica di un monoposto Alfa Romeo degli anni 10

Foto di un monoposto Alfa Romeo degli anni 10

Cinque titoli mondiali, fra cui il primo Campionato del Mondo per vetture Grand Prix nel 1925 e i primi due di Formula 1 nel 1950 e 1951. Poi 11 Mille Miglia, 10 Targa Florio, 4 edizioni della 24 ore di Le Mans e centinaia di trionfi fra le Sport e le Turismo scrivono la leggendaria e irripetibile storia sportiva di Alfa Romeo. Sotto il segno del Quadrifoglio.

L'A.L.F.A. nasce nel 1910 e da subito l'attenzione si rivolge alle corse: debutta già con le prime vetture, poi sviluppa l'avveniristico e raffinato progetto della Grand Prix 1914, la cui carriera sarà stroncata solo dalla Prima guerra mondiale. La prima, grande vittoria internazionale sarà la Targa Florio 1923, dominata da Ugo Sivocci con la RL: sul cofano è dipinto un quadrifoglio, che da portafortuna diventerà simbolo di tutte le vetture da corsa Alfa Romeo, e a partire dagli anni '60 identificherà le versioni più sportive delle vetture di produzione.

Nel frattempo viene indetto il primo Campionato del mondo per vetture Grand Prix, l'antesignano della F1, e Nicola Romeo, che nel frattempo ha preso il controllo dell'azienda dandole anche il proprio nome, chiede a Vittorio Jano di progettare una vettura capace di fare bella figura. La GP Tipo P2, innovativa, affidabile e velocissima, nel 1925 conquisterà, imbattuta, il primo titolo mondiale, quell'alloro che verrà inserito nel marchio Alfa Romeo. Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Gastone Brilli Peri sono gli alfieri del trionfo.

Negli anni '20 e '30 Alfa Romeo è imbattibile fra le Sport, aggiudicandosi 11 edizione della Mille Miglia e quattro della 24 Ore di Le Mans, mentre le monoposto Gran Premio Tipo B sono protagoniste di imprese immortali con Tazio Nuvolari, Achille Varzi e Rudolf Caracciola.

Nel 1933 Alfa Romeo diventa statale e le corse sono gestite dalla Scuderia Ferrari, mentre le vittorie nei Gran Premi continuano con le Tipo C, capaci di vincere e stupire all'americana Coppa Vanderbilt nel 1936. Intanto  esordisce la snella "vetturetta" da un litro e mezzo GP Tipo 158, soprannominata "Alfetta" e destinata ad un futuro radioso.

Dopo lo stop forzato del periodo bellico, nel dopoguerra le "Alfetta" non hanno rivali. Nel 1950 viene inaugurato il nuovo Campionato del Mondo di Formula 1, e per la Tipo 158 sono undici vittorie su undici gare con Giuseppe "Nino" Farina che si aggiudica il titolo, seguito l'anno successivo da Juan Manuel Fangio sulla Tipo 159. L'Alfa Romeo ha però bisogno di concentrare gli sforzi sul rilancio della produzione, e decide da ritirarsi imbattuta dalle corse.

Forte del successo della Giulietta e con la Giulia appena presentata, il ritorno ufficiale alle competizioni avverrà con Autodelta negli anni '60: è un'egemonia fra le Turismo con le GTA, mentre inizia la carriera della Tipo 33 che in 10 anni colleziona un impressionante numero di vittorie fra le Sport, culminate con i due mondiali del 1975 e 1977. Sono gli anni di De Adamich, Zeccoli, Merzario e Vaccarella. Una serie di successi che spingerà Alfa Romeo a rientrare in Formula 1, dapprima fornendo i propulsori al team Brabham,  e in seguito - dal 1979 al 1975 - con una vettura completa e piloti del calibro di Bruno Giacomelli, Vittorio Brambilla, Patrick Depailler, Mario Andretti, Riccardo Patrese e Eddie Cheever. Terminata l'avventura in Formula 1, Autodelta cederà il testimone all'Alfa Corse che tornerà a competere in molte categorie e a dominare fra le Turismo, fino agli anni Duemila, con le 155 e 156 e piloti come Larini, Nannini, Francia, Giovanardi e Tarquini.

 

1925 GP Tipo P2

1950 GP Tipo 158 "Alfetta"

1951 GP Tipo 159 "Alfetta"

1977 - Brabham BT 45B

1981 - Tipo 179 F




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